lunedì 23 maggio 2011

Continua l'eruzione di un vulcano islandese: ancora fermi i voli nel Paese


REYKYAVIK (ISLANDA) - La violenta eruzone del vulcano Grimsvotn in Islanda continua ed ha costretto alla cancellazioni di voli e alla chiusura dello spazio aereo sovrastante il paese con lo stop a quattro aeroporti internazionali. "Non ci sono voli internazionali in partenza o in arrivo per l' Islanda" ha detto il portavoce dell'aeroporto internazionale di Keflavik Hjordis Gudmunsdottir. Le ceneri del vulcano si muovono verso la capitale e coprono oramai una parte importante dell'isola. Lo riferisce il servizio meteorologico locale. La colonna di fumo che si leva dal cratere è stabile "a circa 10 km di altitudine". Secondo gli esperti islandesi, l'eruzione potrebbe durare "una settimana o due".
Non  c'è stato però "alcun impatto sui voli europei e transatlantici", ha fatto sapere Eurocontrol, l'ente che monitora il traffico aereo europeo.Si prevede però che la nuvola vuclanica potrebbe raggiungere la Scozia idomani ed entrare nei cieli di Francia e i Spagna giovedì. L'anno scorso, un'altra eruzione islandese, quella del vulcano Eyjafjallajokull, aveva bloccato per giorni i voli praticamente in tutta Europa, lasciando migliaia di passeggeri negli aeroporti. Le condizioni meteorologiche di questo fine settimana sono stati molto diverse dai venti del nord che investirono la regione dopo l'eruzione dello scorso anno: però il movimento della nube di cenere è sempre difficile da prevedere.
Il vulcano Grimsvotn sotto il ghiacciaio Vatnajokull ha cominciato ad eruttare sabato: una nube scura di fumo si è alzata dal ghiacciaio e gli scienziati hanno sorvolato la scena per valutare l'evento.
Sitrun Kapitola, manager dell 'Hotel Islandia Nupar, che è vicino al vulcano, ha detto che si vedeva una nuvola di fumo sopra le montagne e che la cenere cadeva intorno all'hotel.La polizia ha affermato che non vi era alcuna necessità di evacuare e non c'era nulla da temere.
Il Grimsvotn è il vulcano più frequentemente attivo dell'Islanda. Nel 1783, produsse il più grande flusso di lava nota agli storici su un periodo di sette mesi, danneggiando le colture e il bestiame. Una susseguente carestia provocò la perdita di un quinto della popolazione islandese,.


Nessun commento: