domenica 29 maggio 2011

Il batterio-killer dei cetrioli: 250 casi in Europa, una delle peggiori epidemie di questo tipo mai verificatasi. Dieci le vittime. L'Italia finora indenne


GINEVRA - Diversi casi sospetti di contagio da batterio E. Coli sono stati segnalati in vari paesi europei oltre alla Germania, dove il numero delle vittime secondo informazioni non confermate sarebbe ora salito a 10. Secondo il Centro europeo per la prevenzione e il controllo (Ecdc), altri 25 sarebbero stati individuati in Svezia, sette in Danimarca, tre in Gran Bretagna, due in Austria e uno in Olanda. Ieri sera le autorità francesi, inoltre, avevano fatto sapere di avere individuato tre casi sospetti di intossicazione alimentare da batterio E. Coli provocata in Germania dal consumo di cetrioli contaminati provenienti da Spagna e Olanda. Secondo gli esperti dell'Ecdc, il batterio avrebbe infettato circa al momento 270 persone. L'epidemia, secondo il Centro, è una delle peggiori mai verificatesi nel suo genere.
Le autorità sanitarie spagnole hanno avviato un'inchiesta in Andalusia per determinare l'origine della contaminazione, ma il ministro dell'Agricoltura spagnolo, Rosa Aguilar, ha già detto che al momento "non c'é alcuna prova" che la contaminazione sia avvenuta "nel paese d'origine". 
Anche se in Italia finora non si sono registrati casi di sindrome emolitica uremica (hus), causati da E. Coli, come in Germania, è stato allertato a scopo precauzionale il sistema di sorveglianza dell'Istituto superiore di sanità.
"Misure urgenti" per bloccare le importazioni di cetrioli da tutta l'Europa, dopo l'allarme per la diffusione del batterio-killeria. "Il ministero della Salute e gli altri organi competenti - sottolinea il presidente Codacons, Carlo Rienzi - devono bloccare immediatamente le importazioni di cetrioli e cetriolini provenienti da tutta Europa". Il Codacons invita i cittadini "a verificare con attenzione la provenienza degli alimenti, obbligatoria su tutte le etichette di frutta e verdura".  

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