lunedì 30 maggio 2011

Trovati alti livelli di materiale radioattivo nei fondali dell’Oceano Pacifico a trecento chilometri al largo di Fukushima


TOKYO - Un gruppo di tecnici specializzati ha rimesso in moto domenica il sistema di raffreddamento di uno dei reattori della centrale nucleare di Fukushima in Giappone, che si era guastato in occasione dello tsunami dell'11 marzo scorso. La pompa ad acqua utilizzata per raffreddare il reattore numero 5 e l'acqua della piscina dov'è immerso il combustibile nucleare irradiato era completamente ferma, ha indicato la Tokio Electric Power (Tepco). Il lavoro per rimpiazzare la pompa è terminato questa notte. «C'era un problema al motore. Abbiamo sostituito la pompa che adesso funziona», ha spiegato un tecnico della Tepco, che gestisce l'impianto.
Ma arrivano anche brutte notizie. Infatti alti livelli di materiale radioattivo sono stati rilevati sul fondale del Pacifico, in un tratto di 300 chilometri al largo dell'impianto nucleare di Fukushima Daiichi, nel nord-est del Giappone. Il governo ha riferito che materiale radioattivo, fino a diverse centinaia di volte superiore alla norma, è stato rilevato nel tratto di oceano che va dalla prefettura di Miyagi a prefettura di Chiba ed ha avvertito che la contaminazione può pregiudicare la sicurezza dei frutti di mare.
In particolare, il ministero della Scienza giapponese ha rilevato iodio e cesio sul fondale in una dozzina di siti a 15-50 chilometri dalla costa, tra il 9 ed il 14 maggio scorsi. Greenpeace Giappone ha riferito di aver trovato giovedì scorso materiali radioattivi, oltre i limiti ufficiali per il consumo, in 14 dei 21 campioni di prodotti alimentari esaminati, tra cui alghe, crostacei e pesci catturati a 22-60 chilometri. Hidehiko Nishiyama, portavoce dell'Agenzia per la sicurezza nucleare e industriale, ha più volte detto che il materiale radioattivo rilevato è diluito in modo significativo dal momento che è stato consumato da specie marine. Ma Greenpeace ha ribattuto di aver osservato una riconcentrazione delle sostanze radioattive nel mare e ha chiesto una ricerca a lungo termine.
Intanto si è scoperto che la maggior parte dei sistemi di misura della radioattività installati vicino alla centrale nucleare giapponese di Fukushima ha cessato di funzionare subito dopo il terremoto dell'11 marzo scorso. Nella prefettura di Fukushima, 22 dei 23 apparecchi presenti attorno alle centrali di Fukushima Daiichi e di Fukushima Daini non hanno più trasmesso dati sulle radiazioni circa tre ore dopo il sisma, hanno precisato l'agenzia citando responsabili della prefettura. Alcune di queste attrezzature sono state distrutte al momento del cataclisma, ma secondo gli esperti i danni principali sarebbero stati provocati dal cattivo funzionamento delle linee di comunicazione e della rete di alimentazione elettrica. Anche i sistemi di sorveglianza del livello di radiazioni trasmessi dai satelliti hanno smesso di funzionare poche ore dopo il sisma a seguito dei pesanti danneggiamenti provocati alle antenne di trasmissione.

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