martedì 29 novembre 2011

Anders Breivik, l'assassino di Utoya, è affetto da schizofrenia paranoide" e non può essere processato. Dovrà essere internato in una clinica psichiatrica

Anders Breivik

OSLO - Anders Breivik non può essere considerato legalmente responsabile delle stragi di Oslo e Utoya del 22 luglio. Lo hanno stabilito gli psichiatri incaricati di effettuare una perizia sull'uomo. Secondo i medici, al momento dei fatti Breivik non era in possesso delle sue facoltà mentali perché affetto da "schizofrenia paranoide". In base a questa diagnosi l'attentatore potrebbe evitare il carcere ed essere internato in una clinica psichiatrica.
Nella relazione di 240 pagine resa oggi alla Procura della capitale norvegese, i due psichiatri Synne Serheim e Torgeir Husby, incaricati di pronunciarsi sulla responsabilità penale di Anders Behring Breivik, hanno concluso che l'uomo soffre da tempo di una psicosi, di una "schizofrenia paranoide", he avrebbe alterato la sua capacità di giudizio.

La perizia deve ancora essere esaminata da una commissione medica legale. Poi, l'ultima parola spetterà ai giudici. Il procuratore Svein Holden, citando le conclusioni del rapporto degli esperti, ha comunque spiegato che l'estremista potrà essere condannato all'internamento psichiatrico, ma non al carcere.

Attualmente detenuto in un penitenziario di massima sicurezza, Breivik sarà processato a partire dal 16 aprile 2012 in un procedimento che potrebbe durare circa 10 settimane.

Il giovane fanatico di estrema destra ha ammesso di aver piazzato un'autobomba nel centro di Oslo e di essersi poi recato sull'isola di Utoya, dove si teneva il campo estivo dei giovani laburisti, aprendo il fuoco sulla folla. Nei due attacchi morirono in tutto 77 persone. Il 14 novembre Breivik era comparso di fronte al giudice Torkjel Nesheim che aveva prorogato la detenzione preventiva nel carcere di massima sicurezza di Ila, a pochi chilometri dalla capitale. Breivik aveva ammesso di essere l'autore del duplice attacco ma si è rifiutato di dichiararsi colpevole, sostenendo che le sue azioni sono state "atroci ma necessarie".

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