venerdì 30 dicembre 2011

Quella notte che la Merkel telefonò a Napolitano: ci liberi di Berlusconi...Ma il Quirinale precisa: non fu questo il tenore della telefonata, peraltro non segreta



Silvio Berlusconi e Angela Merkel


BERLINO - Un'Italia paralizzata di fronte alla crisi, non in grado di affrontare le riforme chieste dalla Banca centrale europea a partire dalle pensioni mettendo a rischio l'euro. In questo scenario - secondo una ricostruzione del Wall Street Journal - la cancelliera tedesca Angela Merkel chiamo' il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dicendosi ''preoccupata'' del fatto che il premier Silvio Berlusconi non riuscisse a fare le riforme necessario: di li' a poco  il Quirinale sarebbe stato costretto a trovarne un'altra maggioranza, quella con Mario Monti.
In una fredda notte di ottobre - ricostruisce il WSJ- nella sua austera cancelleria, Angela Merkel mise in opera una chiamata riservata a Roma per “contribuire a salvare l'euro”.
Due anni dopo la crisi del debito europeo scoppiata in Grecia, era accaduto l'impensabile: gli investitori erano in fuga dal debito pubblico dell’Italia, una delle più grandi economie del mondo che rischiava il default, trascinando uin quel caso con sé la moneta comune europea.
La sua telefonata quella notte al Palazzo del Quirinale, riguardava  un terreno delicato per un cancelliere tedesco. I leader europei hanno la regola non scritta di non intervenire nella  politica interna di uno dei Paesi membri. Ma la signora Merkel -scrive il WSJ - sollecitò il presidente della Repubblica perché cambiasse  il suo primo ministro, altrimenti non sarebbe stato possibile cambiare l’Italia.
Dietro la mossa c’era una convinzione crescente a Berlino che le nazioni della zona euro non potevano più permettersi di vivere come volevano. Il premier italiano Berlusconi - argomenta il giornale americano -  impantanato in scandali giudiziari e sessuali e imperturbabile nella sua fama di libertino, era l'opposto della sobria signora Merkel, figlia di un pastore luterano.
E insomma la  Merkel telefonò a Napolitano. Disse che l'Europa  voleva vedere riforme più aggressive per rilanciare la crescita economica e che era preoccupata del fatto che Berlusconi non fosse abbastanza forte da poter farle approvare.
Di rimando - scrive ancora il WSJ - Napolitano rispose di aver trovato  "non rassicurante" che Berlusconi fosse recentemente sopravvissuto a una mozione di sfiducia parlamentare di fiducia per un solo voto.
La signora Merkel ringraziò il presidente in anticipo per tutto quello che avrebbe potuto fare per promuoivere le riforma all’interno dei suoi poteri costituzionali.
Secondo il WSJ, giorni dopo Napolitano iniziò a sondare in Italia i partiti politici per testare il supporto a un nuovo governo se Berlusconi non fosse riuscito a soddisfare l'Europa e i mercati.
Il resto della storia - se la ricostruzione è vera - noto. La Merkel poteva sorridere, Berlusconi (immaginiamo) tuttora “rosica”. E non avrà cambiato parere sull’aspetto estetico della cancelliera (ricordate quella telefonata a Lavitola? O magari la telefonata stessa si spiega come conseguenza di quella di Angela Merkel al Quirinale…)



Il Quirinale smentisce la ricostruzione del WSJ s. Nella telefonata, si legge in una nota, non venne posta "alcuna questione di politica interna italiana, né tanto meno avanzò alcuna richiesta di cambiare il premier". "In riferimento ad alcune indiscrezioni di stampa, internazionale e italiana - si legge nella nota del Quirinale - si precisa che nella telefonata, niente affatto segreta, del 20 ottobre 2011, al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il Cancelliere della Repubblica federale tedesca, Angela Merkel, non pose alcuna questione di politica interna italiana, né tanto meno avanzò alcuna richiesta di 'cambiare il premier'. La conversazione - viene sottolineato - ebbe per oggetto soltanto le misure prese e da prendere per la riduzione del deficit, in difesa dell'Euro e in materia di riforme strutturali".
 "Rispetto all'articolo del Wall Steet Journal, in attesa che il Quirinale faccia le precisazioni che ritiene più opportune, ci sembra che non si possa fare a meno di dire due cose: che l'atteggiamento di ostilità della Merkel e di Sarkozy prima che contro Berlusconi, era contro l'Italia - e ciò era evidente indipendentemente dalla veridicità o meno di queste rivelazioni - in seguito ai divergenti interessi fra le varie nazioni che purtroppo ieri e oggi caratterizzano la situazione europea. In secondo luogo, è anche evidente che queste pagine del Wall Street Journal hanno un preciso scopo: quello di contribuire alla destabilizzazione dell'equilibrio europeo visto anche lo scontro di interessi che c'é fra l'area Usa e l'area europea e l'ostilità che da sempre potenti forze statunitensi hanno avuto nei confronti dell'euro" Lo dice il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto. Aggiunge l'esponente del Pdl: "Se l'Italia nel suo complesso, al di là delle differenze fra le opposte posizioni politiche, non acquisisce piena consapevolezza che da tempo ci troviamo a fare i conti con una autentica guerra economica finanziaria fra aree monetarie, e per ciò che riguarda l'euro all'interno dell'Europa, sarà molto difficile difendere gli interessi reali del nostro Paese. Proprio per un assoluto senso di responsabilità per gli interessi dell'Italia, della tenuta dei nostri titoli di stato, dei risparmi degli italiani, il Presidente Berlusconi da novembre ad oggi ha fatto le scelte politiche assai difficili e impegnative che sono davanti a tutti".

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