venerdì 24 febbraio 2012

La Chiesa pagherà l’Imu per gli immobili con attività commerciali “prevalenti”. Il maggiore gettito potrà essere destinato all’alleggerimento fiscale


ROMA - Il testo dell'emendamento sull'Ici alla Chiesa che il governo presentera' al dl liberalizzioni stabilisce "l'abrogazione immediata delle norme che prevedono l'esenzione per immobili dove l'attività non commerciale non sia esclusiva, ma solo prevalente". E' quanto si legge in una nota di palazzo Chigi.
  Palazzo Chigi ricorda che "il 15 febbraio il Presidente del Consiglio e Ministro dell'economia e delle finanze Mario Monti aveva gia' comunicato al Vice Presidente della Commissione europea e Commissario alla concorrenza, Joaquin Almunia, la sua intenzione di presentare al Parlamento un emendamento per chiarire ulteriormente e in modo definitivo la questione.
I criteri seguiti prevedono: - l'esenzione per gli immobili nei quali si svolge in modo esclusivo un'attivita' non commerciale; - l'abrogazione immediata delle norme che prevedono l'esenzione per immobili dove l'attività non commerciale non sia esclusiva, ma solo prevalente; - l'esenzione limitata alla sola frazione di unita' nella quale si svolga l'attivita' di natura non commerciale; - l'introduzione di un meccanismo di dichiarazione vincolata a direttive rigorose stabilite dal Ministro dell'economia e delle finanze circa l'individuazione del rapporto proporzionale tra attivita' commerciali e non commerciali esercitate all'interno di uno stesso immobile".
L'emendamento sull'Ici alla Chiesa che il governo si appresta a presentare al dl liberalizzazioni, determina effetti positivi sul gettito, anche alla luce del più efficace contrasto di fenomeni elusivi ed abusi che ne deriva". E' quanto si legge nella nota di palazzo Chigi, in cui si precisa che il provvedimento "non pregiudica comunque gli attuali accertamenti in corso e l'irrogazione di eventuali sanzioni da parte delle Autorita' italiane, laddove se ne ravvisassero gli estremi, escludendo pertanto alla radice ogni eventuale forma diretta o indiretta di sanatoria".
  Palazzo Chigi aggiunge che le risorse provenienti dall'applicazione della norma "potranno essere destinate, per la quota di spettanza statale, all'alleggerimento della pressione fiscale". Quanto al gettito previsto, spiega palazzo Chigi, "in coerenza con il comportamento tenuto da questo Governo in casi analoghi, non si ritiene opportuno procedere ad una quantificazione preventiva delle maggiori entrate. Queste ultime saranno accertate a consuntivo e potranno essere destinate, per la quota di spettanza statale, all'alleggerimento della pressione fiscale.

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