martedì 27 novembre 2012

Operai in sciopero all’Ilva chiusa: occupata la direzione dell'azienda. Il ministro Climi prepara un decreto




TARANTO - Gli operai Ilva in sciopero hanno occupato la direzione il giorno dopo i 7 nuovi arresti e la decisione dell'azienda della "chiusura immediata di 'tutta l'area attualmente non sottoposta a sequestro', e cioè la chiusura dello stabilimento Ilva di Taranto".l governo ha convocato per giovedì prossimo alle 15 a palazzo Chigi le parti sociali e le istituzioni locali per discutere del dossier Ilva. "Quello di giovedì non sarà un incontro interlocutorio. Contiamo di uscire con un provvedimento, lavoriamo a un decreto per l'applicazione dell'Aia". Così il ministro dell'Ambiente Clini sull'Ilva. "Stiamo lavorando con Monti e i ministri ad una soluzione per l'applicazione dell'Aia, unica strada per il risanamento".
Clini ha aggiunto che "le normative nazionali ed europee stabiliscono che per l'esercizio di questo tipo di impianti è necessaria l'Aia che è l'unico documento legale che ne regola l'attività. Il problema, oggi, é creare le condizioni di agibilità per cui l'azienda possa rispettarla rigorosamente". "Io e il Governo andiamo avanti - ha aggiunto - per impedire che si crei situazione per cui non si rispetti la legge e per coniugare lavoro e salute".
 I sindacati di categoria Fim, Fiom e Uilm di Taranto hanno proclamato lo sciopero dei lavoratori di tutto lo stabilimento Ilva  che è iniziato alle 7 di oggi con sit in davanti alle portinerie. Lo sciopero durerà almeno per 24 ore. Gli operai che erano rimasti a presidiare il proprio posto di lavoro nonostante l'annuncio della fermata dell'area a freddo sono tornati a casa al termine del secondo turno. L'azienda ha comunicato telefonicamente ai lavoratori del terzo turno che i reparti sono chiusi e i badge sono disattivati.
Circa 500 lavoratori si sono radunati davanti alla portineria D dell'Ilva e hanno tenuto un'assemblea per discutere della decisione dell'azienda di chiudere l'area a freddo e ricorrere da subito alle ferie forzate." Poi in centinaia  hanno prima forzato i varchi della portineria D dello stabilimento e poi sono entrati anche nella Direzione del siderurgico occupandola. Sono diverse centinaia gli operai che sono entrati nella direzione, altri invece sostano fuori al piano terra. I dipendenti della direzione sono stati invitati a uscire
A Taranto non c'è "un pericolo per la salute pubblica": lo ribadisce l'Ilva, che rende noto: "Metteremo a disposizione sul proprio sito le consulenze, redatte dai maggiori esponenti della comunità scientifica nazionale e internazionale, le quali attestano la piena conformità delle emissioni dello stabilimento di Taranto ai limiti e alle prescrizioni di legge, ai regolamenti e alle autorizzazioni ministeriali, nonché l'assenza di un pericolo per la salute pubblica".
"Chi oggi si assume la responsabilità di chiudere l'Ilva a fronte dell'autorizzazione integrata ambientale che abbiamo rilasciato si assume la responsabilità di un rischio ambientale che potrebbe durare anni e potrebbe non essere risanabile nel breve periodo". Lo ha detto il ministro dell'Ambiente Corrado Clini. "Stiamo facendo accertamenti, vogliamo sapere se in queste condizioni nuove è possibile per l'Ilva realizzare gli interventi e gli investimenti necessari per rispettare l'Aia o no. In caso di no dobbiamo prendere provvedimenti per far rispettare la legge", ha poi aggiunto.

Il comunicato dell'Ilva
L'Ilva, nel comunicato, scrive che il sequestro della produzione disposto dalla magistratura "comporterà in modo immediato e ineluttabile l'impossibilità di commercializzare i prodotti e, per conseguenza, la cessazione di ogni attività nonché la chiusura dello stabilimento di Taranto e di tutti gli stabilimenti del gruppo che dipendono, per la propria attività, dalle forniture dello stabilimento di Taranto". "La società - spiega l'Ilva - proporrà impugnazione avverso il provvedimento di sequestro e, nell'attesa della definizione del giudizio di impugnazione, ottempererà all'ordine impartito dal Gip di Taranto".
L'azienda ribadisce di non essere "parte processuale nel procedimento penale ed è quindi estranea a tutte le contestazioni ad oggi formulate dalla pubblica accusa". Inoltre, si legge nella nota "lo stabilimento Ilva di Taranto è autorizzato all'esercizio dell'attività produttiva dal decreto del Ministero dell'Ambiente in data 26.10.2012 di revisione dell'Aia" e "il provvedimento di sequestro emesso dal Gip di Taranto in data odierna si pone in radicale e insanabile contrasto rispetto al provvedimento di autorizzazione del Ministero dell'Ambiente". L'azienda ha messo a disposizione sul suo sito internet le consulenze "che attestano la piena conformità delle emissioni dello stabilimento di Taranto ai limiti e alle prescrizioni di legge, ai regolamenti e alle autorizzazioni ministeriali, nonché l'assenza di un pericolo per la salute pubblica". "Ilva - si legge ancora nella nota - ribadisce con forza l'assoluta inconsistenza di qualsiasi eccesso di mortalità ascrivibile alla propria attività industriale, così come le consulenze epidemiologiche sopraccitate inequivocabilmente attestano".

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