venerdì 29 marzo 2013

Governo: oggi le rapidissime consultazioni di Napolitano. E poi?


ROMA - Oggi le consultazioni del presidente. In una giornata sola Napolitano risentirà' tutte le forze politiche - a partire dal Cavaliere alle ore 11 - e verificherà, come prima cosa, se ci siano possibilità di usare l'impianto di Bersani come base per soluzioni innovative. Ove questo non fosse possibile, il presidente non si fermerà.
La strada del Governo del presidente o di scopo, i nomi poco contano, e' gia in fase di avanzata progettazione. Napolitano potrebbe in tempi strettissimi dare un incarico ad una figura di taglio economico - come Fabrizio Saccomanni - o ad una personalita' meno 'tecnica' come un ex presidente della Corte Costituzionale, o comunque un profilo che possa raccogliere consensi anche tra il Pdl e non dispiacere ad un Pd ferito. Il tutto forse senza ulteriori consultazioni. Il presidente incaricato tornerebbe al Quirinale con i suoi ministri e Napolitano lo indirizzerebbe a tempi di record a cercare la fiducia delle Camere.
Non era stato certo un colloquio piacevole quello tra Giorgio Napolitano e Pier Luigi Bersani che era uscito dallo studio del presidente visibilmente provato: quasi un'ora e mezzo per argomentare la bontà dei suoi sforzi per formare un esecutivo di ''cambiamento'' con l'appoggio di M5S, ma con  l'esito "non risolutivo". Il segretario del Pd, con alle spalle un partito in ebollizione sotto la cenere, non ha potuto portare quei ''numeri certi'' che il Quirinale voleva. E il presidente non aveva voluto negargli un aiuto che molti hanno letto come una 'resa con l'onore delle armi'. Così Napolitano ha scelto di far uscire a parlare con i giornalisti il segretario generale del Quirinale, Donato Marra, che ha letto uno stringato comunicato. ''Esito non risolutivo'' per Bersani, si legge nella nota. Che pero' conclude spiegando che il presidente si e' ''riservato di prendere senza indugio iniziative che gli consentano di accertare personalmente gli sviluppi possibili del quadro politico''. 
Bersani, addio e grazie

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