venerdì 29 marzo 2013

Milano: uccide la madre soffocandola in una stanza di un albergo di lusso, poi tenta il suicidio

MILANO - La hall dell'hotel Hermitage
Dario Biolcati
MILANO - Prima ha ucciso la madre di 59 anni, soffocandola con un sacchetto e tagliandole le vene, poi ha cercato di togliersi la vita. Protagonista un 31enne di Milano, Dario Biolcati, ricoverato ora in gravi condizioni eposto in stato di fermo. L'aggressione è avvenuta in una camera d'albergo, dove i due alloggiavano. L'intenzione di uccidere la donna era stata preannunciata al padre e a un amico. Quest'ultimo ha avvisato poi la polizia.
Il delitto è maturato all'hotel Hermitage, un quattro stelle di lusso in via Messina, nella "Chinatown" milanese. La polizia è arrivata poco prima della mezzanotte nella stanza e ha scoperto il cadavere della donna e il 31enne in gravi condizioni, con i polsi tagliati.
Nella stanza gli agenti intervenuti hanno trovato delle lamette e un sacchetto di plastica che l'uomo potrebbe aver utilizzato per soffocare la madre. Forse all'origine del delitto, motivi economici anche se le circostanze sono ancora tutte da chiarire.
 Ad avvisare la polizia poco prima delle 23 è stato il padre del 31enne, che risiede a Torino, dopo che il figlio lo aveva chiamato spiegandogli confusamente di aver fatto un gesto "insano". 
Forze dell'ordine, ambulanze e vigili del fuoco hanno quindi cercato madre e figlio prima nella loro abitazione in via San Senatore, nel pieno centro della città, e poi sono risaliti, tramite l'utenza del cellulare, alla stanza dell'albergo Hermitage. Lì hanno trovato la donna già morta con ferite da taglio ai polsi e di fianco l'uomo in stato confusionale probabilmente anche per aver ingerito dei farmaci, che cercava di spiegare di aver aiutato la madre a compiere un gesto estremo.
L'ipotesi più accreditata dagli inquirenti al momento sarebbe quella dell'omicidio-suicidio, ad avvalorarla ci sarebbero anche alcune lettere ritrovate nella camera dell'albergo e scritte dalla vittima e dal figlio.
 Biolcati in passato si è occupato di pubbliche relazioni, secondo quanto riportato sul suo profilo Facebook (nel quale poche ore prima dell'omicidio aveva postato un "arrivederci..." piuttosto sinistro) avrebbe lavorato anche per Valeria Marini a Milano, e ora si troverebbe in gravi condizioni economiche. Situazione che condivideva con la madre, con la quale viveva in un appartamento nel centro di Milano. Con loro viveva anche un ragazzo bielorusso di 24 anni. Assieme avrebbero deciso di farla finita perché stanchi della propria condizione di indigenza e avrebbero scelto l'albergo Hermitage perché Biolcati aveva alloggiato diverse volte nella struttura.
Secondo quanto emerso, la procura contesterà a Biolcati l'omicidio premeditato aggravato dal vincolo di parentela. Il 31enne, che si trova ancora in ospedale piantonato dagli agenti, sarà interrogato dal pm Gianluca Prisco non appena sarà in grado di poter rispondere.

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