mercoledì 27 marzo 2013

Monti: il ministro Terzi aveva (e ha) altri obiettivi

ROMA - Monti durante il suo intervento

ROMA - "Consentitemi di respingere con forza qualsiasi illazione su possibili scambi o accordi riservati" con l'India o sul fatto che "interessi economici" abbiano "influenzato" l'attività del governo sul caso dei marò. Lo ha detto il premier Mario Monti in Aula a Montecitorio intervenendo sul rientro die due marò e sulle dimissioni del ministro Terzi. 
Le dimissioni del ministro "rassegnate in aula" sono state un "atto inconsueto". "Ho ragione di ritenere che l'obiettivo non fosse quello di modificare una decisione" presa dal governo, "ma fosse quello più esterno di conseguire altri risultati che magari nei prossimi tempi diventeranno più evidenti" (una candidatura nel Pdl? ndr). La decisione di non rimandare in India i due marò "non avrebbe dovuto essere oggetto di precipitose dichiarazioni alla stampa, che il ministro Terzi ritenne invece di rilasciare, anticipando un risultato finale che non poteva ancora darsi per scontato", ha detto Monti."Sono rimasto stupefatto per ciò che il ministro Terzi ha fatto e per ciò che non ha fatto", ha detto il premier spiegando che Terzi non aveva informato nessuno e non si era opposto pur potendo "preannunciare le proprie decisioni".
."Obiettivo del governo è stato di tentare di isolare questa vicenda dall'isieme complessivo dei rapporti con l'India e la nostra priorità è stata di la sicurezza, l'incolumità e la dignità dei nostri due marò e di tutti gli italiani che si trovano in India. Il governo ha subito protestato con fermezza per il vulnus inferto e da quel 16 febbraio l'impegno mio personale e del governo è stato assoluto". "Ho più volte sollecitato la condanna della comunità internazionale" nei confronti delle autorità indiane, ha aggiunto Monti.
"Sussistevano rischi seri e oggettivi che l'Italia si trovasse isolata nella comunità internazionale e che si aprisse una crisi di grave proporzioni con l'India", ha continuato. "Ho deciso di assumere personalmente la responsabilità della condotta nella fase cruciale e finale" della vicenda, ha aggiunto il premier, visto il "grave acuirsi della crisi con l'India".

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