martedì 30 aprile 2013

Letta al Senato: su di noi un carico d’aspettative francamente eccessivo


ROMA - "Mi sono reso conto che c'è un grande problema: un carico d'aspettative francamente eccessivo" su di noi. Così il premier EnricoLetta al Senato spiegando che dopo aver letto i giornali ed aver ascoltato i commenti in Parlamento "la giornata si è caricata di molte preoccupazioni". "Se si pensa che tutti i problemi si siano risolti facendo un governo io credo che abbiamo sbagliato. La situazione rimane di grandissima difficoltà", ha aggiunto.
“Nel giro delle capitali europee cercherò innanzitutto di presentarmi e di aprire un canale di comunicazione anche per spiegare cosa è successo in Italia in questi ultimi cinque giorni", ha poi affermato Letta ricordando che l'emergenza Italia non finisce con la fiducia all'esecutivo. "La scelta che tutti insieme qui abbiamo fatto è figlia di una situazione d'emergenza, che noi affrontiamo con determinazione, buona volontà, energia e consapevolezza dei nostri limiti. Ma c'è un'emergenza, che non scompare perché la Camera ha dato la fiducia e oggi mi auguro la dia il Senato". 
"Se non c'è la consapevolezza dell'oggettiva fragilità di quanto fatto e di quanto stiamo facendo e si pensa che tutti i problemi si siano risolti facendo un governo io credo che abbiamo sbagliato. La situazione rimane di grandissima difficoltà". "La squadra di Governo che lavorerà con il Parlamento cercherà di avere un rapporto corretto" con le Camere perché "negli ultimi 10 anni abbiamo vissuto un rapporto sempre più asimmetrico perché è chiaro che "le nostre istituzioni non funzionano. Da qui il tema della Convenzione", ha spiegato parlando in Senato. "Metto la convenzione al centro della riflessione, ribadisco qui che è un tema rispetto al quale proprio al Senato, con il presidente Schifani, si è fatto un lavoro molto forte, marcato e profondo che ha portato a tanti punti di convergenza possibili che spero possano essere utilizzati". 
 "Dobbiamo cambiare - ha sottolineato Letta - su tante cose, sulle regole ma anche su cose minori, come ad esempio la questione degli stadi. Noi dobbiamo lasciare tutto fermo perché fare qualcosa ci spaventa? Dobbiamo renderci conto che bisogna fare dei cambiamenti che servono a tutti nel senso della concretezza".

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