venerdì 28 giugno 2013

Recanati: ex operaio della Clementoni tenta di far saltare la fabbrica con autobomba. Poi ferisce una maestra d’asilo, le ruba l’auto e fugge

Ioan Nini, ricercato
RECANATI - Si chiama Ioan Nini, e' nato in Romania e ha lavorato alla Clementoni di Recanati per 12 mesi, nel 2010, come interinale, l'uomo ricercato in tutte le Marche dopo che stamani ha tentato di far esplodere un'auto imbottita di gpl e benzina dentro uno dei capannoni dell'azienda di giocattoli e poi gli ha dato fuoco, a Fontenoce di Recanati. Negli ultimi due anni Nini avrebbe lavorato, sempre saltuariamente, in aziende del Nord Italia.
L'attentatore è ricercato in tutta la zona a cavallo fra le province di Macerata e Ancona. Il principio di incendio è stato subito spento con degli estintori da alcuni dipendenti della fabbrica, ma sul posto hanno lavorato a lungo gli artificieri della Polizia di Stato e i carabinieri per escludere che nella Matiz ci fossero altri possibili inneschi.
Il romeno è in fuga a bordo di una Fiat Punto rubata ad una maestra della scuola di infanzia che sorge a meno di cento metri dallo stabilimento. La donna, Alessandra Amichetti, era appena arrivata davanti alla scuola (i bambini non c'erano ancora): all'improvviso si è trovata di fronte l'aggressore, che per impossessarsi dell'utilitaria l'ha minacciata con un coltello e le ha gettato dello spray urticante sugli occhi e in bocca. La maestra è stata portata in ospedale.
L'operaio vive a Montefano, non è sposato, e potrebbe essersi rifugiato in una località dell'entroterra maceratese. Con sé avrebbe il coltello a serramanico con cui ha minacciato la maestra. Secondo una ricostruzione fatta dagli investigatori, la sua intenzione originaria sarebbe stata quella di farsi esplodere con l'auto all'interno del capannone degli scarti e dei materiali di lavorazione dove si era introdotto stamani, passando da una stradina laterale.

Gli operai eroi. Nella vettura sono state trovate almeno sette bombole di gas gpl, alcune taniche piene di benzina e altro materiale su cui sono ancora in corso accertamenti tecnici. Se due operai in turno, definiti "eroi" dai carabinieri, non fossero entrati nel magazzino e non avessero avuto la prontezza di riflessi di imbracciare due estintori per spegnere il fuoco, "ci sarebbe potuta essere una strage" commenta un carabiniere. Il capannone sorge a 50 metri di distanza dal corpo di fabbrica principale, dove stamani, come ogni giorno, erano al lavoro decine di addetti.

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