mercoledì 28 agosto 2013

La Morte Nera in Kirghizistan: 160 persone ricoverate, rischio peste bubbonica

BISHEK (Kirghizistan) - Più di 160 persone sono state ricoverate in Kirghizistan per il rischio di contagio da peste bubbonica, dopo la morte la settimana scorsa di un ragazzo per questa malattia, estremamente contagiosa. Lo ha reso noto stamani il ministero della Sanità.
"In totale - si legge in una nota del ministero - 160 persone sono state in contatto" con il ragazzo morto di peste bubbonica, il pastore 15enne Timerbek Issakounov, che viveva in un villaggio di montagna al confine con la Cina, vicino alla località turistica del lago di Issyk-Koul. "Tutte queste persone sono sotto sorveglianza medica", spiega il comunicato, e assumono antibiotici. Le condizioni di tutti i pazienti sono definite nella nota "soddisfacenti". Secondo il ministero altre quattro persone, che non erano state in contatto con il pastore, sono state ricoverate per forti febbri, uno dei sintomi della peste bubbonica. Ieri una donna e due bambini si sono presentati in ospedale con la febbre e le ghiandole del collo e delle ascelle ingrossate, altro sintomo della malattia. Il ministero rende noto che le prime analisi su questi tre pazienti sono "negative", ma che i quattro avevano avuto contatti con la vittima. Il ragazzo morto secondo i sanitari è stato probabilmente infettato da una pulce che aveva punto un topo infetto o una marmotta. L'ultimo caso di peste bubbonica era stato registrato in Kirghizistan 30 anni fa. Un'epidemia di questa malattia fra il 1347 e il 1353 uccise un terzo della popolazione europea, facendo fra i 20 e i 25 milioni di morti (la cosiddetta Peste nera, ricordata dal Boccaccio nel Decameron). Nel corso degli ultimi 20 anni, almeno tre paesi hanno sperimentato epidemie di peste umana dopo periodi di riposo vegetativo di circa 30-50 anni, dicono gli esperti.
Queste aree sono state l'India nel 1994 e nel 2002, l'Indonesia nel 1997 e l'Algeria nel 2003. L'ultimo focolaio di peste bubbonica significativa è stato in Perù nel 2010, quando 12 persone sono stati trovati ad essere stato infettato. Il Kazachistan, che confina con il Kirghizistan, ha rafforzato i controlli alle frontiere e ha sconsigliato ai propri abitranti di attraversarle "fimché la situazione non si sarà normalizzata".

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