mercoledì 27 novembre 2013

Berlusconi a migliaia di manifestanti: non disperati, continuerò a battermi. E il Senato lo fa decadere


ROMA - Mentre il Senato stava per votare la sua decadenza, Berlusconi è salito sul palco davanti a Plazzo Grazioli davanti a migliaia di perzone., accolto dall’Inno di Mameli e dallo sventolare della bandiere di Forza Italia, attaccando subito la magistratura che” è convinat dal 1994  che la democrazie sia garantita solo se la sinistra è al potere e se così non è, è compito della magistrarura, interpretando il diritto in modo diverso, deve far sì che la sinistra torni al potere e così regalare al popolo una vera democrazia”. Nel 1992 la magistratura credeva di aver aperto la strada alla sinistra “e invece siamo sempre in campo noi”.
La nostra è una manifestazione legittima e pacifica perchè non viviamo nell’invidia e nell’odio come loro. Sono 20 anni che la magistratura tenta di farmi fuori dalla politica con 57 processi, persecuzione mai successa in un paese democratica”. 
Assolto in 41 processi, “non bastavano più i pubblici ministeri di Magistratura Democratica, ma sono stati occupati 3 posti su 3 nei collegi e sono cominciate ad arrivare la condanne. Iin pochi mesi la Cassazione, con il trucco del collegio feriale e 4 giudici che avevano già deciso la condanna, ha preso la sua decisione sui diritti Mediaset in solo due giorni una sentenza basata su nessun fatto e testimone. Solo teoremi e congetture.”
I nostri alleati di governo si sono precipitati a dichiarare la mia decadenza in sole tre settimane e per portarmi al voto ora hanno calpestato la legge, violando i principi di base della nostra legge e quella europea. Capovolgendo il regolamento del Senato, hanno applicato anche il voto palese, infischiandosene di tutto”.
“Abbiamo fatto ricorso alla Corte europea e abbiamo altri 12 testimoni della vicenda Mediaset che si aggiungono agli altri 171 di cui non hanno accettato la testimonianza. Il finale di questi ricorsi sarà la mia completa assoluzione. Mi pare giusto chiedere ai questi signori: cosa farete? Nulla, non potranno gare nulla. E oggi brindano, lo aspettavano da venti anni, sono addirittura euforici”
“Non credo abbiano definitivamente vinto. Noi siamo qui, saremno qui, non ci ritireremo. Da oggi, un giorno di lutto per la legge, per il diritto, per la democrazia, nessuno può stare più tranquillo per la sua libertà. Dobbiamo stare in campo, non disperiamoci se il leader del centrodestra non in Senato. Anche da non parlamentare si può continuare a battersi per la nostra libertà. E c’è molto da fare.”
Berlusconi ha poi annunciato la creazione nelle città di club che si chiameranno "Forza Silvio", chiamati al proselitismo come "soldati della democrazia". 
E ha concluso "A tutti voi un grazie commosso. La nostra vicinanza non è mai venuta meno. Grazie di cuore. Vi dò appuntamento per un'Italia più democratica e più liberi. Uniamo di voti di tutti noi che amiamo la libertà e vogliamo restare liberi. Altri se ne sono andati (fischi, urla di "traditori" ndr), noi non tradiremo mai i nostri elettori." L'8 dicembre, ha poi detto Berlusconi, "faremo un incontro per festeggiare i 1000 club che si stanno fondando in Italia". E appuntamento per il primo giorno della prossima campagna elettorale, "missionari di libertà e verità".
Il sit-in di Forza Italia davanti alla residenza del Cavaliere nel giorno del voto sulla decadenza era cominciato con un biglietto da visita quattro metri per due: «È un colpo di Stato», reca scritto a lettere cubitali nere su fondo bianco. La polizia lo fa rimuovere, tra le rimostranze dei manifestanti che cominciano ad affollare via del Plebiscito. E appena la notizia arriva al Senato, si scatena la reazione dei colonnelli berlusconiani: «Giudichiamo molto grave quanto accaduto», scrivono due capigruppo di Forza Italia Renato Brunetta e Paolo Romani, preannunciando un’interrogazione urgente al ministro dell’Interno, l’ex compagno di partito Angelino Alfano».

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