martedì 31 dicembre 2013

Napolitano: resterò fino a quando sarà necessario al Paese, ma non per un tempo lungo

Napolitano durante il suo messaggio
ROMA - "Resterò presidente fino a quando la situazione del Paese e delle istituzioni me lo farà ritenere necessario e possibile, e fino a quando le forze me lo consentiranno. Fino ad allora e non un giorno di più; e dunque di certo solo per un tempo non lungo". Questa la parte finale del messaggio di questa sera di Napolitano in tv. Il capo dello Stato ha poi aggiunto: "confido, così facendo, nella comprensione e nel consenso di molti di voi". "Spero di poter vedere nel 2014 decisamente avviato un nuovo percorso di crescita, di lavoro e di giustizia per l'Italia e almeno iniziata un'incisiva riforma delle istituzioni repubblicane". 
"L'anno che sta per terminare è stato tra i più pesanti e inquieti che l'Italia ha vissuto" aveva affermato in apertura Napolitano nel suo discorso di fine anno. E' stato un anno "tra i più inquieti, l'anno che sta per iniziare deve essere diverso e migliore, per il paese e specialmente per quanti hanno sofferto duramente le conseguenze della crisi". "I sacrifici fanno fatti insieme ed è giusto che li facciano anche i politici", ha aggiunto.
Forti cambi nella politica - Nella politica, nelle istituzioni e nei rapporti sociali sono necessari "forti cambiamenti", dice il presidente della Repubblica. I sacrifici fanno fatti insieme ed è giusto che li facciano anche i politici. Lo ha sottolineato Napolitano rispondendo a una lettera di un imprenditore che chiedeva che non fossero solo i "semplici cittadini" a tirare la cinghia. "Mi sembra un proposito giusto", ha osservato il presidente. "Mi sembra - ha risposto il capo dello Stato - un proposito e un appello giusto, cui peraltro cercano di corrispondere le misure recenti all'esame del Parlamento in materia di province e di finanziamento pubblico dei partiti".

Le lettere dei cittadini in difficoltà - C'è Vincenzo che scrive da un piccolo centro industriale delle Marche che ha difficoltà a ritrovare un lavoro. E ancora Daniela, della provincia di Como che racconta il caso del suo fidanzato "giovane per la pensione, già vecchio per lavorare". Un altro cittadino denuncia la condizione degli esodati. Sono alcune delle lettere che il capo dello Stato ha ricevuto da semplici cittadini e che legge nel suo discorso di fine anno.

"Ci vuole coraggio per la ripresa dell'Italia" - "Il coraggio degli italiani è in questo momento l'ingrediente decisivo per far scattare nel 2014 quella ripresa di cui l'Italia ha così acuto bisogno. Coraggio di rialzarsi, di risalire la china", esorta il presidente. Napolitano ha elencato alcune forme di coraggio di cui ora l'Italia ha bisogno: "Coraggio di praticare la solidarietà: come già si pratica in tante occasioni, attraverso una fitta rete di associazioni e iniziative benefiche, o attraverso gesti, azioni eloquenti ed efficaci- dinanzi alle emergenze- da parte di operatori pubblici, di volontari, di comuni cittadini, basti citare l'esempio di Lampedusa. Coraggio infine di intraprendere ed innovare: quello che mostrano creando imprese più donne, più giovani, più immigrati che nel passato".

Urgono le riforme, governo abusa dei decreti - "La nostra democrazia, che ha rischiato e può rischiare una destabilizzazione, va rinnovata e rafforzata attraverso riforme obbligate e urgenti", dice il presidente della Repubblica Giorgio che poi denuncia "l'abnorme ricorso, in atto da non pochi anni, alla decretazione d'urgenza e a votazioni di fiducia su maxiemendamenti", "garantendo ciò con modifiche costituzionali e regolamentari, confronti lineari e 'tempi certi in Parlamento per l'approvazione di leggi di attuazione del programma di governo'".

Un pensiero anche ai militari e ai marò - "Voglio ricordare ancora una volta l'impegno dei nostri militari nelle missioni internazionali tra le quali quella contro la nuova pirateria a cui partecipavano i nostri marò Salvatore Girone e Massimiliano La Torre, ai quali confermo la nostra vicinanza. E rivolgo un commosso pensiero a tutti i nostri caduti". Napolitano ha poi fatto un passaggio anche sulle missioni di pace: "Non posso fare a meno di sottolineare come nel nuovo anno l'Italia sia anche chiamata a fare la sua parte nella comunità internazionale dando in primo luogo il suo contributo all'affermazione della pace dove ancora dominano i conflitti e le persecuzioni".

Il Parlamento e il patto di programma - "Non tocca a me esprimere giudizi di merito, ora, sulle scelte compiute dall'attuale governo, fino alle più recenti per recuperare e bene impiegare, essenzialmente nel Mezzogiorno, miliardi di euro attribuitici dalla Unione europea". Rispetto a "tali scelte e alla loro effettiva attuazione, e ancor più su quelle che il governo annuncia- sotto forma di un patto di programma che impegni la maggioranza per il 2014- il solo giudice è il Parlamento"

"Il mio strapotere? Storia ridicola" - "Nessuno può credere alla ridicola storia delle pretese di strapotere personale", ha chiosato Napolitano parlando anche sulle recenti pressioni mediatiche subite: "Sono attento a considerare ogni critica o riserva, obiettiva e rispettosa, circa il mio operato" ma "non mi lascerò condizionare da campagne calunniose, da ingiurie e minacce". "Sarebbe dissennato disperdere i benefici del difficile cammino compiuto. I rischi già corsi si potrebbero riprodurre nel prossimo futuro: è interesse comune scongiurarli ancora". 

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