martedì 28 gennaio 2014

"Scrivete la verità": appello dei due marò ai giornalisti italiani

NEW DELHI - Massimiliano Latorre, uno dei due marò incarcerati in India e in attesa di processo, si appella ai cronisti all'ambasciata a New Delhi. "Scrivete la verità - dice il fuciliere di marina - perché altrimenti è un male. Ci sono due inchieste aperte. Non posso essere io a chiarire le cose". Per avere un quadro più chiaro della vicenda ha quindi invitato "a riascoltare l'intervista al comandante in seconda della petroliera Enrica Lexie Noviello".
La missione dei parlamentari italiani a New Delhi si è conclusa oggi con un saluto ai due Marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, nella sede dell'ambasciata italiana. I due fucilieri di Marina hanno posato per la foto tradizionale con i rappresentanti di Camera e Senato. Ai due militari i parlamentari hanno inoltre mostrato la rassegna stampa con tutti gli articoli che li riguardano e che Latorre e Girone hanno letto con interesse.
La missione italiana in India di parlamentari delle due Camere è stata molto più che simbolica e ha l'obiettivo di aumentare la pressione di Roma su New Delhi. Una missione unitaria che i due fucilieri aspettavano da tempo, forse troppo. Secondo fonti della delegazione parlamentare, i due militari hanno lamentato un po' di immobilismo della politica italiana sulla vicenda che li vede protagonisti. E pur tuttavia, visibilmente provati nel fisico e commossi, i due hanno comunque espresso la loro gratitudine per "un'azione unitaria che aspettavano da tanto": "Non immaginate quanto sia importante per noi questa missione, proprio per il suo carattere unitario e perché ci fa sentire la voce dell'Italia". 
Peccato però che sia mancato un interlocutore: gli omologhi indianiIn questi giorni di festa a New Delhi il parlamento non si riunisce, queste le ragioni ufficiali del mancato incontro molto voluto dalla parte italiana, che continuerà comunque a insistere anche con una lettera rivolta ai parlamentari locali. Incontri che ci sono stati, invece, e dai quali la missione ha incassato un discreto successo, sono stati quelli con l'ambasciatrice americana e i 28 diplomatici europei. Nancy Powell ha garantito il sostegno degli Usa sul dossier, così come tutti gli ambasciatori Ue - tranne uno del quale non è emersa la nazionalità - erano concordi nel ribadire che il caso non è una questione bilaterale italo-indiana ma ha una valenza internazionale. Troppo grave sarebbe, per il futuro di tutte le missioni internazionali, ha sottolineato Casini, confondere chi lotta contro il terrorismo con i terroristi. 

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