venerdì 28 marzo 2014

Renzi alla direzione Pd: prima riforma del Senato, poi Italicum

ROMA - Renzi nel suo intervento alla direzione Pd di oggi pomeriggio
ROMA - "L'Italicum sarà approvato al Senato dopo il via libera alla riforma del bicameralismo. Ci sono state modifiche positive al testo, ma in alcuni casi non sufficienti". Così Matteo Renzi alla direzione Pd. "E' importante il punto che per noi fare una legge con altri è un valore e per modificarla bisogna fare uno sforzo insieme", ha poi aggiunto il premier. "Proporrò Guerini-Serracchiani vicesegretari - ha affermato - Le proposte di Debora Serracchiani e di Lorenzo Guerini sono per me un elemento di garanzia, non di polemica interna, come mi è capitato di leggere. Non ho intenzione di gestire il partito come avanza-tempo - ha detto -. Se le altre aree hanno voglia di confrontarsi noi siamo pronti. Per questo non presento una ipotesi di segreteria. Lascio a Guerini e Serracchiani di verificare. Se si preferisce aspettare il passaggio di luglio, noi abbiamo disponibilità e nel frattempo andiamo avanti con una struttura di segreteria".
Il governo approverà lunedì in consiglio dei ministri il ddl costituzionale sulla riforma del Senato e Titolo V, ha annunciato Renzi. "Il M5S è in difficoltà, è in ricorsa rispetto a noi perché insegue sui temi su cui prima aveva una primazia e ora non più. Loro parlano e noi risolviamo".
"L'Italicum - ha aggiunto - sarà approvato al Senato dopo il via libera alla riforma del bicameralismo. Il testo è modificato rispetto all'origine con modifiche positive ma in alcuni casi non sufficienti. E' importante il punto che per noi fare una legge con altri è un valore e per modificarla bisogna fare uno sforzo insieme".
Le province
"Il superamento delle province votato dal Senato, speriamo che la settimana prossima si possa chiudere alla Camera. Si riduce il numero delle persone che fanno politica in Italia e gli stessi che dicevano che ci sono troppi politici, oggi si lamentavano del Pd sostenendo che aggredisce la democrazia. Ma quel che abbiamo fatto, spiegato bene, è una potente dimostrazione di serietà della politica".
Il lavoro
Taglieremo "il cuneo fiscale non con un'operazione in burocratese puro ma tagliandolo a quelli che dicono meno abbienti ma che prendono 1300 euro e una volta erano ceto medio. E' un pezzo di popolazione cui cerchiamo di restituire un po' di fiato". "Leggo discussioni e ultimatum sul lavoro, che capisco poco. Non è una parte a piacere, il pacchetto sta insieme". Così Renzi, alla direzione Pd, replica a chi, tra i dem, chiede modifiche al dl lavoro. "I contratti a termine e l'apprendistato sono due punti intoccabili della nostra proposta. Non sono due temi a piacere". "Se si è scelto di fare un decreto su questi temi (apprendistato e contratti a termine ndr) - ha detto Renzi - e poi un ddl di delega, è perché abbiamo immaginato l'urgenza della risposta rispetto alla credibilità e alla coerenza complessiva della manovra". "Non dimentichiamo - ha proseguito - che con delle regole tra le più restrittive, vidimate dai sindacati, siamo passati da 25% al 40% di disoccupazione giovanile. Non si risolve problema lavoro rendendo più difficile l'accesso al lavoro ai nostri giovani. Poi io sono curioso - ha quindi concluso - di vedere come collaborerà il Pd alla delega. Ma la delega deve avere i tempi certi".
Le europee

Sulle elezioni di maggio, ha ribadito: "Abbiamo due mesi per vincere le amministrative e abbiamo il compito di portare nel Parlamento Ue delle persone che desiderino cambiare l'Europa. Sarebbe un errore andare a mettere degli specchietti per le allodole a guidare le liste". "Non esiste - ha chiosato - che alle europee ci sia il nome del segretario sul simbolo". "Il Pd oggi ha una grande responsabilità: è il motore del cambiamento. Ha messo in moto un cantiere di cambiamento che suscita aspettative e speranze". "Nei comuni, nelle piazze c'è l'aspettativa che finalmente le cose si facciano davvero" e sarebbe "letale se la fiducia fosse tradita". Il Pd dovrà fare "un lavoro pancia a terra per affrontare i provvedimenti in Parlamento e fare la campagna elettorale".

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