giovedì 31 luglio 2014

RIFORME, riprendono le votazioni in Senato. Cottarelli critica le spese del governo


ROMA - Il governo ha ottenuto la fiducia alla Camera sul dl P.A.. Hanno votato a favore 346 deputati, contro 176.
Intanto nell'aula di Palazzo Madama questa mattina riprendono i lavori dopo la seduta notturna di ieri.
Oggi è atteso il voto a scrutinio segreto, sull'ememndamento del leghista Candiani - testo riformulato - che potrebbe rappresentare un'insidia per maggioranza e governo
L'emendamento - formulato 'ad arte' così da evitare possibili votazioni per parti separate - contiene due temi centrali: la riduzione a 500 del numero dei deputati e l'elezione diretta del Senato.
Gli emendamenti  nel frattempo sono stati sfoltiti, le opposizioni sono poco felici, ma sembra che il canguro funzioni. 
 "Non molliamo di un centimetro. Ci vorranno nottate in Senato, pomeriggi alla Camera, weekend a Palazzo Chigi non importa. Noi con calma e determinazione riporteremo questo Paese la' dove deve stare. Ad accogliere le donne che vengono incarcerate per la loro fede religiosa, a giocare un ruolo nei complicatissimi equilibri (o squilibri) di politica internazionale, a togliere polvere da un'Europa che non puo' andare avanti nella noia e nella burocrazia". Queste le parole piene di determinazione del premier Matteo Renzi "L'Italicum e' stato già approvato alla Camera. Sara' modificato dal Senato e diventerà legge definitivamente".
 Il commissario straordinario per la spending review, Carlo Cotterelli, lancia nel suo blog un'alert per la politica e critica le scelte delle ultime ore. "Se si utilizzano risorse provenienti da risparmi sulla spesa per aumentare la spesa stessa, il risparmio non potra' essere utilizzato per ridurre la tassazione sul lavoro. Condizione, a mio giudizio, essenziale per una ripresa dell'occupazione in Italia".  Per Cottarelli "si sta diffondendo la pratica di autorizzare nuove spese indicando che la copertura sara' trovata attraverso future operazioni di revisione della spesa o, in assenza di queste, attraverso tagli lineari delle spese ministeriali". Più' nel dettaglio Cottarelli precisa che "il totale delle risorse che sono state spese prima di essere state risparmiate per effetto di queste decisioni ammonta ora 1,6 miliardi per il 2015. Intendiamoci: tecnicamente, la copertura c'è. Ma questa è in realtà costituita da tagli lineari perché la promessa di future operazioni di revisione della spesa non può essere accettata come copertura sul piano giuridico".
Cottarelli spiega che questo significa che "le risorse che deriveranno dalla revisione della spesa per il 2015 non potranno essere usate per la riduzione della tassazione (o del deficit o per effettuare altre spese prioritarie). Oppure si dovranno attivare i sopracitati tagli lineari. Credo sia una tendenza preoccupante".
Il commissario non nasconde che "possono sussistere mille buoni motivi per alcune nuove spese" ma sostiene che "se il Parlamento legittimamente decide di introdurre nuove spese dovrebbe contestualmente coprirle con tagli di spesa non lineare di pari entità, individuandoli per esempio tra le proposte di revisione della spesa già presentate dal Commissario in passato. Mi sembra che usare presunti tagli lineari - in apparenza molto diluiti sull'intera amministrazione - per la copertura di nuove spese riduce il costo politico inevitabilmente legato all'individuazione di coperture vere, concrete, selettive".

"E' una situazione paradossale - prosegue Cottarelli - in cui la revisione della spesa (futura) viene utilizzata per facilitare l'introduzione di nuove spese”.

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