lunedì 25 agosto 2014

SIRIA pronta a collaborare contro l’Isis. Onu: genocidio degli ijhadisti in Iraq

DAMASCO -  La Siria e' pronta a collaborare con la comunità internazionale contro lo Stato islamico (Is), ma qualsiasi attacco aereo deve essere coordinato con Damasco altrimenti si configura come un'aggressione. Lo ha sottolineato il ministro degli Esteri siriano, Walid al Muallem, dopo che gli Stati Uniti hanno fatto sapere che è allo studio l'ipotesi di estendere gli attacchi contro gli jihadisti al territorio siriano. I raid aerei non sono sufficienti per sconfiggere gli estremisti islamici del Califfato, ha aggiunto Muallem, sostenendo la necessità che i Paesi vicini della regione scambino informazioni d'intelligence con Damasco. Intanto l'Onu parla di genocidio: gli jihadisti dello Stato Islamico (Is) "stanno compiendo una pulizia etnica e religiosa" in Iraq, ha affermato l'Alto commissario dell'Onu per i diritti umani, Navi Pillay, chiedendo di giudicare i responsabili di eventuali crimini contro l'umanità. "Colpiscono sistematicamente uomini, donne e bambini basandosi sulla loro etnia, la loro religione o l'appartenenza settaria e stanno facendo spietatamente una pulizia etnica e religiosa nelle aree sotto il loro controllo", ha affermato Pillay in un comunicato.

Intanto è di almeno 11 morti il bilancio dell'attentato suicida in Iraq contro fedeli sciiti nella zona orientale di Baghdad. Lo hanno riferito fonti mediche e della sicurezza, precisando che nell'attacco contro la moschea di Husseiniyah sono rimaste ferite 32 persone. L'attentato odierno arriva dopo che venerdì scorso, uomini armati sciiti avevano aperto il fuoco contro fedeli sunniti nella moschea di Imam Wais a nord-est della capitale irachena, uccidendo 70 persone. Le forze curde che in Iraq combattono lo Stato islamico hanno riguadagnato alcune posizioni, grazie al sostegno dell'aviazione irachena e di quella statunitense, che ieri ha messo in atto due raid. I peshmerga sono riusciti a riconquistare tre villaggi nell'area di Jalawla, nella provincia di Dyala e a riprendere il controllo di diverse arterie stradali cruciali. La stessa citta' di Jalawla, ha riferito una fonte militare curda, è sigillata in tutti gli ingressi da soldati curdi, che da settimane cercano di strapparla all'Is.  Intanto il nuovo califfo dello Stato islamico, Abu Bakr al Baghdadi, avrebbe favorito la formazione di gruppi organizzati per sequestrare i giornalisti stranieri rapiti in Iraq e richiedere ingenti somme di denaro in cambio del loro rilascio: lo riferiscono fonti della sicurezza nella provincia di Diyala, in un'intervista rilasciata al quotidiano "al Sabbah Aljdeed". I gruppi organizzati da al Baghdadi sarebbero presenti nelle principali citta' irachene.

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