lunedì 29 settembre 2014

Attacco della ANM su tetto stipendi e ferie: Renzi non dice il vero

ROMA - Da Renzi "affermazioni che non corrispondono alla realtà". Così l'Anm riguardo all'intervento del premier che ieri sera a "Che tempo che fa" è tornato sul nodo ferie. "La magistratura ha troppo rispetto della propria indipendenza, per strumentalizzarla a secondi fini. Ci si attende uguale rispetto da parte di tutti", aggiunge l'Anm. Sottolineando che le "affermazioni riguardanti l'azione dell'Anm e il concreto funzionamento degli Uffici giudiziari italiani non corrispondono alla realtà dei fatti", l'Anm passa poi a ricordare "con estrema fermezza" la propria posizione in particolare sul tetto alle retribuzioni, sul taglio delle ferie e sulla riduzione dei termini feriali, confutando le affermazioni del premier. "Ci auguriamo, con ciò, di avere fatto - si spera definitiva - chiarezza, nell'interesse di una corretta informazione e della dignità di quanti operano con sacrificio e impegno nel delicato settore dell'amministrazione della Giustizia", conclude la nota.
L'Anm "non ha mai dichiarato che l'introduzione di un tetto massimo alle retribuzioni di 240.000 euro annuali sia un attentato alla libertà o all'indipendenza della magistratura. Chi sostiene il contrario è invitato a dimostrare, una volta per tutte, quando e come l'Associazione avrebbe fatto una simile affermazione.". Così l'Anm a Renzi.

"Gli uffici giudiziari non chiudono mai e l'Anm non ha mai dichiarato che la riduzione della sospensione feriale e delle ferie sia un attentato ai magistrati". replica la stessa Anm. "In realtà - si spiega nella nota - l'istituto della sospensione dei termini processuali in periodo feriale - fino ad oggi fissato dal 1° agosto al 15 settembre - è destinato ad assicurare il concreto esercizio del diritto di difesa (art. 24 Cost.), al fine di evitare il decorso dei termini processuali nei processi ordinari, in un tempo che i cittadini tradizionalmente dedicano al riposo annuale". "Quanto alle ferie, finora determinate in 45 giorni, - prosegue il comunicato - in tale periodo i magistrati erano comunque tenuti al deposito dei provvedimenti, non essendo prevista alcuna sospensione dei relativi termini. Dunque, il numero dei provvedimenti emessi è indipendente dalle ferie godute, la cui riduzione non potrà determinare alcun incremento di produttività". 

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